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Domenica 17 marzo 2024, un pomeriggio all’insegna dell’arte; lo staff de La Corte di Felsina Associazione Arte e Cultura ha visitato la Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, la storica sede del Comune di Bologna, istituzione che ha patrocinato la mostra organizzata dalla prestigiosa Associazione per le Arti Francesco Francia, in occasione dei centotrent’anni dalla sua fondazione, come ricorda il titolo dell’esposizione “Trent’anni e un secolo. Origini, Presente e Oltre l’occidente” (1894-2024).
L’evento è stato inaugurato il 7 marzo, in presenza del Sindaco Matteo Lepore e curato dal Presidente Luigi Enzo Mattei, artista noto in Italia non soltanto per la sua lunga carriera di pittore e scultore ma soprattutto per aver ideato e realizzato il famoso “Uomo della Sindone”, in una fedelissima ricostruzione lignea a grandezza naturale, del corpo impresso nel lenzuolo della Sindone di Torino.
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La scelta di una location così simbolica, a commemorare un evento di notevole importanza per la “Francesco Francia”, non è casuale: infatti si dà il caso che presso la sala in cui troneggia la grande statua del mitico Eracle, realizzata in terracotta dipinta da Alfonso Lombardi, nel 1520, sia presente una bellissima Madonna col Bambino e angioletti, che protegge dall’alto la turrita Bologna.
Si tratta di un’opera di Francesco Francia, intitolata “Madonna del Terremoto”, che lo storico pittore affrescò proprio per invocare l’auto della Vergine durante il sisma del 1505.
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L’associazione, nella sua secolare ed illustre attività di promozione artistica, ha annoverato tra le sue fila, soci onorari del calibro di Luigi Einaudi, Giorgio Morandi, Roberto Longhi, solo per citarne alcuni.
Oggi, sotto la presidenza di Luigi Enzo Mattei, continua a svolgere importanti iniziative artistico/culturali mantenendo intatta la tradizione storica ma correlandosi, il più possibile, alla contemporaneità.
Lo dimostra chiaramente il binomio tra l’arte occidentale e quella dell’oriente che la mostra tematica ha proposto ai visitatori, dal 7 al 20 marzo 2024.
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La sezione della scultura ha fissato l’ attenzione sull’interpretazione del mito, in particolare a quello che narra di Ercole, come punto di contatto tra il mondo fantastico dell’antichità, e lo stile narrativo fittile di oggi; nella rappresentazione del mito si sono cimentati una decina di scultori tra cui Gino Gamberini, rinomato artista che plasma i metalli, soprattutto rame di riciclo con il quale ha realizzato la sua opera “Giasone e il Vello d’oro” che abbiamo potuto ammirare alla mostra.
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Per la sezione pittura, una carrellata di circa trenta artisti che hanno liberamente
espresso il proprio estro nel raccontare il mondo occidentale in rapporto -e a confronto- con l’altra parte del globo ossia il misterioso Oriente.
Tra le opere più significative che, secondo il nostro parere, rispecchiavano più incisivamente tale punto di raffronto tra i due mondi, citiamo “Japan Today” del pittore/ cartellonista Bruno Fustini, artista di spessore nella sfera bolognese, formatosi alla scuola di Severo Pozzati (Sepo), uno dei maggiori maestri della cartellonistica pubblicitaria del secolo scorso, insieme al fratello Mario che fu anche il padre del compianto Concetto.
Ma non si fa trascurare neppure la maestria femminile: in questa mostra, erano varie le artiste che si sono cimentate in questa una impegnativa tematica: citiamo, tra le altre, la pittrice Anna Malverdi con “ La cerimonia del tè”, un dipinto ad olio dallo stile elegante e meditativo, elemento ricorrente che la contraddistingue da sempre.
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Inoltre, ricordiamo alcuni nomi di fama che, con le proprie ed ammirevoli opere, hanno contribuito a infondere ulteriore lustro all’insieme; da Ivan Dimitrov, il noto artista che, nel corso di questi decenni, ha contribuito a far conoscere la nostra città in giro per l’Italia e all’estero, grazie alle sue terrecotte in cui ritrae scorci, vicoli, anfratti, ma anche gli usi, i costumi, le figure della cultura felsinea del passato e del presente, oltre ai suoi caratteristici presepi in terracotta, ambientati nella placida atmosfera di una Bologna senza tempo.
L’opera esposta in questa mostra è un delizioso omaggio all’arte giapponese: il titolo è “Rami d’uccelli”, un’armonia delicata e vivace nel contempo, ottenuta grazie a colori accesi di luminoso blu e gialli brillanti che rievocano l’oro del sol levante.
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Assai ammirata, anche da noi de La Corte di Felsina, era un’ opera esposta nella medesima sezione dedicata al contatto con l’Oriente: Paesaggio. Omaggio a Hokusai, una grande tela, dalle dimensioni di un metro e ottanta per due, che il maestro pittore Maurizio Bottarelli realizzò nel 2006.
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Un’altra significativa esperienza proposta al pubblico in questa rassegna artistica è stata la possibilità di poter vedere molto da vicino un gruppo di lavori di ampie dimensioni, dedicati alla calligrafia cinese abbinata a pittura e all’incisione di sigilli con l’uso d’ inchiostri.
Tale iniziativa si è concretizzata con la collaborazione del Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale che, insieme alla FeiMo School, ha realizzato una suggestiva esposizione di un genere artistico insolito e certamente poco conosciuto a noi occidentali.
Da segnalare, ancora, una sezione importante per la storia della “Francesco Francia”, ossia quella dell’architettura di cui, nel corso del tempo e fino ad oggi, hanno fatto parte nomi illustri del settore; potremmo elencarne molti ma ci limitiamo a ricordare Edoardo Collemarini il quale, tra le sue importanti opere, come il restauro della Cattedrale bolognese di San Pietro, trovò il tempo per progettare anche la palazzina liberty dei Giardini Margherita.
Leone Pancaldi, invece, ideò il Palazzo della Regione e allestì la Pinacoteca Nazionale del capoluogo emiliano.
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A completare il percorso espositivo nella splendida Sala d’Ercole, erano presenti una serie di opere della collezione permanente dell’Associazione per le Arti Francesco Francia.
Si potevano ammirare i dipinti di Emilio Contini e Concetto Pozzati (entrambi purtroppo scomparsi recentemente) o ancora Ceregato, Bertacchini, Frasnedi, Wolfango, tutti artisti che hanno segnato la storia dell’arte del secondo Novecento e l’inizio del XXI secolo bolognese, accanto ai nomi dei maestri contemporanei che segneranno, invece, la storia dell’arte bolognese del futuro: uno tra tutti, Luigi Enzo Mattei
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La mostra era corredata di un catalogo generale, con dedica di Antonio Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani.
Anna Rita Delucca (23 maggio 2024)