Bruna LaBruna Articolo di A.R.D. pubblicato su www.clubpittori.it Portale “Una finestra sull’arte”, 01/11/2012.
Testo:
Il secolo XXI° trabocca ed esplode di favolosa creatività multimediale, tecnologia ad alto livello che si trasforma in arte sempre più sofisticata ed elaborata, capace di modulare straordinarie immagini impossibili da realizzare con il caro,vecchio e ormai un po’ polveroso pennello: ma… c’è un elemento essenziale da non trascurare:le dita, quelle dita che armeggiano con sublime maestria il ‘polveroso’ pennello ancor nel XXI° secolo, non restano forse la più incisiva testimonianza di creatività manuale che innalza la nostra povera persona fatta di concrete e limitate carne ed ossa ad un livello superiore, e a volte sublime? Non è forse quella creatività manuale che continua a stupire i nostri occhi ogni volta che ammiriamo e rimiriamo le antiche opere dei grandi maestri del passato?
LaBruna è uno quei pittori figurativi che continuano quella tradizione, rammentandoci il valore della manualità, l’importanza della sua conservazione.
L’arte di LaBruna è un’arte classica, limpida e definita nella costruzione dell’insieme, estremamente leggibile e fruibile anche all’occhio meno allenato. Tutto questo però è arricchito da un tono di originalità che si è sviluppata, accentuandosi, nel tempo e nel passaggio dalla tipica pittura romantico/paesistica degli anni ’80, quando realizzava quadri luminosi, dalle tinte ocra e dall’atmosfera pacata come “Il ponte Mostar”, fino alle opere degli anni Novanta, più cariche di colore e spatolate,in cui la figura s’impone ad esprimere tutta la chiarezza della tematica svolta.
Negli anni a seguire, la ricerca della raffinatezza nello studio del colore conduce l’artista (dopo un prolungato periodo di stasi nella sua produzione) a comunicare una nuova concettualità trasposta nella figura, attraverso l’uso di toni cromatici molto più espressivi della spiritualità che della carnalità. La sua attenzione si concentra nell’esame dell’anima, nello studio dell’interiorità umana. Un’esigenza che si riflette e si realizza appieno nell’estensione dei blu, dei toni dell’acqua, dei ritmi del tempo e nella trasposizione della mente verso dimensioni lontane e spazi eterei ultradimensionali.
Ora la figura e in particolare il corpo umano in questa trasfigurazione si stagliano in un’ambientazione extra terrena, divengono lunari, ialini, la luce gioca a riflettersi sulla pelle diafana, non più tangibile, afferrabile solo attraverso la vista di un occhio avvezzo a guardare oltre, a vedere i simboli nascosti della vita, dello spirito e dell’innalzamento dell’anima, attraverso la fisicità di corpi che agiscono nell’amore e con l’amore carnale oramai purificato, innalzato verso l’eternità e l’infinito.
Si tratta di un messaggio di speranza in un mondo sconsolato, del tutto sfiduciato nei confronti dell’amore.
Anna Rita Delucca 01/11/2012 (Copyright)