Articolo del 31/10 /2021 pubblicato su Scriptomania, blog di A.R.D.
https://scriptomania-il-blog-di–anna-rita-delucca4.webnode.it/l/giorgio-de-chirico-a-bologna/
Si è aperta a Bologna una mostra importante dedicata al padre della pittura metafisica: Giorgio de Chirico.
L’esposizione è allestita dal 13 ottobre 2022 fino al 16 marzo 2023, a Palazzo Pallavicini e porta il titolo “De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)”
Si tratta di una raccolta di opere gestita in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico che racconta il periodo maturo del maestro di origine ferrarese ma nato in Grecia, a Volos.
Sono presenti alcuni suoi lavori tra i più celebri , tra cui “Le muse inquietanti“, oltre ad autoritratti, tra cui quello sé stesso a figura intera, in costume del Seicento, e ancora nature morte, come la nota carcassa d’agnello del 1948, ma pure ritratti della sua amata Isa e paesaggi dalla connotazione sorprendentemente impressionista e quasi romantica, molto lontani dallo stile metafisico che caratterizzò tutto il percorso estetico del pittore, sin dai primi esordi e poi, lungo tutto l’arco della vita.
Ma cosa è questa metafisica dechirichiana? Cosa vuole raccontarci? Quali messaggi si celano dietro queste architetture taciturne e solitarie?
La metafisica per questo pittore che, tante volte, raffigurò la sua Ferrara con l’emblema del castello estense, in fondo non è altro che nostalgia: è un richiamo del pensiero a ciò che fu e che non è più, al mito grandioso della storia che fugacemente scomparve, è una riflessione verso la caducità dell’esistenza.
Ecco allora che questa metafisica si esprime nell’arte di De Chirico andando oltre la realtà delle cose, della vita, e si trasforma in un’analisi di ciò che vi è al di là dell’ essenza stessa delle cose e della vita.
Cosa c’è oltre la materia, oltre il tangibile?
La sua è un metafisica individuale, è una pittura che nasce da una RIVELAZIONE ossia non è originata dal significato delle cose che raffigura, anzi sorge proprio dal NON-SENSO delle cose stesse, che l’artista vuole estrapolare e comunicare: guardare le cose come una rivelazione, non attraverso la nostra coscienza abituale, ma come fosse qualcosa di diverso, che va oltre la dimensione temporale, immaginandola come una realtà senza tempo e in quanto tale fu, è, e sarà: l’eterno presente della metafisica.
Anna Rita Delucca (30/10/’22)